DICHIARAZIONI DEI REDDITI: TAGLI PER CHI HA DEBITI
CON LO STATO. COME FUNZIONA?

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La norma, contenuta nell’art. 28-ter, sulle “Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito” (D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602), è arrivata alla decisione finale dell’istruttoria tecnica e potrebbe entrare nella legge di Bilancio. Si tratta di un procedimento di compensazione automatica che si attuerebbe prima che lo Stato riconosca il credito di imposta.

Questo significa che, per chi ha debiti con lo Stato o altri enti pubblici, verranno tagliati gli sconti fiscali tanto quanto è il debito.

Cosa dice la norma riguardo il funzionamento?

Nei primi due commi del dispositivo dell’articolo viene spiegato che «in sede di erogazione di un rimborso d’imposta, l’Agenzia delle Entrate verifica se il beneficiario risulta iscritto a ruolo e, in caso affermativo, trasmette in via telematica apposita segnalazione all’agente della riscossione che ha in carico il ruolo», mettendo a disposizione dello stesso le somme da rimborsare.

Dopodiché ricevuta la segnalazione, l’agente della riscossione notifica all’interessato «una proposta di compensazione tra il credito d’imposta ed il debito iscritto a ruolo, sospendendo l’azione di recupero ed invitando il debitore a comunicare entro 60 giorni se intende accettare tale proposta».

Cosa significa?

Facciamo un esempio: se un contribuente avesse un credito d’imposta pari a 600 euro (magari dovuto a una detrazione riconosciuta nella dichiarazione dei redditi) e al contempo un debito di 200 euro perché non ha pagato una multa, il rimborso verrebbe tagliato e scenderebbe direttamente a 400 euro; escludendo però da questo meccanismo tutti i debiti per i quali l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha riconosciuto una sospensione o concesso una rateizzazione dei pagamenti.

Il contribuente ha 60 giorni di tempo per accettare o rifiutare la compensazione. Ma ne ha 30 se decide di avviare un contraddittorio endoprocedimentale (che consiste nel diritto a presentare le proprie ragioni in ordine ai rilievi che il Fisco intende porre a fondamento di un atto impositivo, così realizzando la partecipazione del contribuente all’attività di accertamento fiscale).

Qual è lo scopo della norma?

Lo scopo della norma è chiaramente quella della lotta all’evasione, in questo caso da riscossione.

Più di ogni altra cosa, questo riguarda i tributi dovuti agli enti locali, che hanno maggior difficoltà nel recupero crediti.

Secondo la relazione tecnica che accompagna la norma, il meccanismo riguarderebbe circa 750 mila contribuenti ogni anno, l’equivalente di 460 milioni di euro di crediti d’imposta in meno da riconoscergli perché compensanti dai debiti. Ad ogni modo, anche i contribuenti potrebbero giovare del nuovo meccanismo, perché eviterebbero i pignoramenti e le consuete spese per la procedura.

Ora il testimone passa ai partiti che dovranno trovare un’intesa, su questo tema sempre politicamente sensibile com’è quello della lotta all’evasione.

Fonti: Corriere della Sera, Il Giornale, QuiFinanza.

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Salvatore e Carlo Iadevaia

Dottori Commercialisti e Revisori dei Conti
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