UNA TREGUA FISCALE PER FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA

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Nonostante la situazione attuale dell’economia a causa delle misure di contenimento del Covid, sia ancora drammatica, una parte degli imprenditori come alcune importanti organizzazioni economiche ( OCSE) intravedono un futuro prossimo  di crescita economica con importanti opportunità per il nostro paese.

Il periodo peggiore sembra essere passato. Da una recente analisi dell’ufficio studi della CNA riguardante le aziende manifatturiere e commerciali con un fatturato fino a 5 milioni di euro, è emerso che nel 2020 le vendite sono diminuite del 23% nel settore alimentare, del 23% nell’alimentare, del 24,4% nella meccanica, del 30,5% nell’arredo, del 31,7% nell’abbigliamento, del 50,7% nel settore lapideo.

Il mondo del lavoro ha perso 435 mila occupati mentre il bilancio dello stato ha visto il debito pubblico passare dai 27,9 miliardi del 2019 ai 156,3 miliardi del 2020.

Ma le previsioni sono favorevoli, specialmente per l’Italia, per la quale si prevede un aumento del Pil del 4,7% nel 2021 e una media del 3,8 % secondo le proiezioni da qui al 2023, mentre l’Eurozona rimarrebbe ferma al 3,6%. Previsioni confermate dall’OCSE che vede l’Italia fare meglio della Germania già nel 2021.

Il vantaggio dell’Italia è rappresentato dalla sua struttura fatta di piccole e medie imprese caratterizzate da dinamismo e flessibilità ma ci sono anche molte opportunità da non lasciarsi sfuggire.

In primis il piano Biden da 1900 miliardi per l’economia americana, in cui si potranno inserire le imprese italiane produttrici di beni intermedi, e ad alto valore aggiunto come quelle legate alla meccanica strumentale che consentiranno di risollevare le esportazioni.

Altro settore fondamentale è quello del turismo per il quale si prevede una ripresa nel 2022 ai livelli pre- covid.

Il Recovery Fund rappresenta un’opportunità da non perdere purchè si facciano delle riforme strutturali che consentano alle PMI di liberarsi della troppa burocrazia e di liberare le loro potenzialità creando nuovi posti di lavoro. Meno adempimenti amministrativi e fiscali e una diminuzione della pressione fiscale salita la 52% nonostante la crisi.

Altro nodo fondamentale è la riduzione del numero di provvedimenti legislativi e amministrativi che costringono le imprese e i commercialisti e consulenti del lavoro a impiegare troppe energie nelle varie e più disparate scadenze e adempimenti.

Forte: HuffingtonPost, Unione Italiana Commercialisti

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Salvatore e Carlo Iadevaia

Dottori Commercialisti e Revisori dei Conti
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